Pubblicato il report delle 10 Caritas lombarde sulle povertà ai tempi del Covid

20 luglio 2021 – Ivana Fazzi, operatrice della Caritas diocesana di Como, ha partecipato alla redazione del report “Gli effetti del Coronavirus sulla povertà: il punto di vista delle Caritas lombarde”, realizzato dal Gruppo regionale degli Osservatori delle povertà e delle risorse della Caritas e reso noto in occasione della ricorrenza del 50esimo di fondazione di Caritas Italiana.

La ricerca, che descrive l’azione pastorale della Chiesa durante la pandemia, mette in evidenza alcuni dati significativi. Nel periodo settembre 2020-marzo 2021 sono state circa 80.000 le persone che hanno chiesto aiuto alle 10 Caritas lombarde, di cui 10.000 per la prima volta. I più penalizzati sono stati i lavoratori con contratti irregolari fermati a causa del Covid, i dipendenti in attesa di ricevere la Cassa integrazione e le persone in difficoltà economica in attesa del reddito di cittadinanza e delle altre misure governative. Tra le 10 Caritas lombarde si è registrato poi l’aggravarsi delle difficoltà abitative delle famiglie, della situazione occupazionale dei giovani, delle donne, l’aumento del disagio psico-sociale delle nuove generazioni.

Ma quali sono le analogie con la nostra realtà diocesana?
«A livello lombardo abbiamo visto una povertà dalle molte sfaccettature (povertà economica, educativa, lavorativa, relazionale, scolastica) e tutti gli aspetti si sono ampliati, ingigantiti – sottolinea Ivana Fazzi – Speravamo che il trend si stabilizzasse, ma con ogni probabilità i licenziamenti imminenti (e la prossima fine della stagione estiva turistica dove molti trovano occupazione stagionale) porteranno presumibilmente un peggioramento delle condizioni di molte famiglie anche nei prossimi mesi del 2021 e oltre. E temo che anche il nostro territorio non sarà esente dal fenomeno».
Di fronte a cambiamenti così repentini, come ha reagito la nostra Diocesi e la Caritas in particolare?
«La Caritas è stata capace di un rapidissimo adeguamento al cambiamento. Si pensi allo stravolgimento dell’organizzazione dei servizi come Porta Aperta e i Centri di Ascolto (che hanno dovuto limitare gli spazi e gli orari di accoglienza e di ascolto) o alle nuove modalità di gestione della mensa per i senza dimora o nei dormitori annuali e per l’emergenza freddo. La stessa Diocesi non è rimasta a guardare: l’istituzione del Fondo Solidarietà Famiglia Lavoro, attivo per sostenere le famiglie in difficoltà, ha messo in campo oltre 600mila euro devoluti a favore di oltre 1.000 famiglie».

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