In occasione delle iniziative per i 20 anni del Centro di Ascolto “Don Renzo Beretta” di Como e del servizio di coordinamento Porta Aperta l’équipe comunicazione della Caritas diocesana ha realizzato una pubblicazione che racconta – attraverso numeri e testimonianze (di ieri e di oggi) – queste importanti realtà per il territorio comasco.
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Inizialmente il Centro di Ascolto “Don Renzo Beretta” e il Coordinamento Servizi “Porta Aperta” erano concentrati in un solo Servizio che portava il nome di “Centro di Ascolto” e che dal 1986 aveva iniziato la sua attività in un piccolo spazio all’interno della sede Caritas di Piazza Grimoldi a Como.
Nel 1989 è avvenuto lo spostamento in via Tatti 16, dove il “Centro di Ascolto” ha operato fino all’inizio del 1999.
Dopo una fase di riorganizzazione, nel settembre del 1999, il Servizio, con nuova formula – “Porta Aperta” e “Centro di Ascolto” – è stato riavviato nelle due sedi attuali.
Ecco con quali parole don Battista Galli, allora direttore della Caritas diocesana, ha descritto la nuova configurazione dei due servizi (dalla “Relazione Sociale sullo stato della grave emarginazione nella città di Como – settembre 2001”):
«Dopo la tragica morte di don Renzo Beretta (gennaio 1999), la Caritas diocesana si è particolarmente preoccupata di strutturare servizi adeguati ai due livelli propri del disagio sociale: da un lato, di risposta ai bisogni essenziali di chi non vede riconosciuti i suoi diritti di sussistenza o di chi sembra che neppure abbia titolo per farli valere, perché privo di documenti che ne confermino il diritto; dall’altro lato, di impegno a ricercare e definire percorsi nei quali la persona riconosca minime opportunità di cambiamento, di recupero, di accesso ai pieni diritti di cittadinanza, con un supporto d’accompagnamento e di sostegno umano, sociale ed economico che dia qualche risultato.
In quest’ottica la Caritas ha realizzato la struttura di Porta Aperta (PA) e il nuovo Centro di Ascolto (CdA): due servizi con compiti propri e complementari, l’uno primariamente di prima accoglienza e l’altro propriamente d’accompagnamento; l’uno prevalentemente per i senza dimora, italiani e non, l’altro per gli stanziali e per le situazioni di disagio individuali e famigliari che rischiano di cronicizzarsi».
Oggi a distanza di vent’anni Porta Aperta e Centro di Ascolto sono diventati servizi indispendabili per il territorio e, grazie al prezioso contributo di operatori e volontari, hanno aperto nel 2018 le loro porte a centinaia di persone e famiglie.